Comitato e Fondo per la gestione degli Pneumatici Fuori uso (PFU) c/o l’Automobile Club d’Italia | |
Sistema di Gestione degli PFU da veicoli a fine vita. E’ un modello di sviluppo sostenibile ed inclusivo in linea con la Strategia 2020 dell’UE e con i parametri dell’economia circolare di un uso efficiente ed ecocompatibile delle risorse. | |
Sito web: | www.pneumaticifuoriuso.it |
Città | Roma |
Settore | Gestione Pneumatici fuori uso – Riciclaggio/recupero rifiuti |
Attività dell'impresa | Raccolta e gestione fino all’avvio a recupero di materia degli PFU derivanti da demolizione di veicoli a fine vita, attraverso un sistema basato su una rete capillare di migliaia di operatori collegati da una piattaforma informatica e finanziato con il contributo ambientale ex D.M. 82/2011 riscosso dai rivenditori all’atto della vendita dei veicoli nuovi. |
Progettista | Automobile Club d’Italia- Comitato per la gestione degli PFU |
Innovazione | Di sistema |
Descrizione | All’atto dell’acquisto di un veicolo viene pagato il contributo ambientale, che il rivenditore, attraverso un sistema informatizzato, versa al Fondo per la Gestione degli PFU. Poiché il ciclo di vita di un mezzo di trasporto è piuttosto lungo, oltre 10 anni, i contributi versati in un certo anno saranno utilizzati per coprire i costi di gestione degli PFU prodotti con la demolizione dei veicoli in quello stesso anno. I protagonisti della raccolta sono i demolitori accreditati dall’Automobile Club d’Italia che, accumulate almeno 1,5 tonnellate di PFU, fanno richiesta di ritiro gratuito ai soggetti abilitati presenti nell’apposito elenco pubblicato sul sito del Comitato. Questo comporta un importante risparmio per i demolitori, considerando che in passato tale servizio era a loro carico. I soggetti incaricati prelevano gli PFU e si occupano delle operazioni di deposito, separazione e stoccaggio temporaneo, oltre che del trasporto degli pneumatici alle aziende di trattamento, dove il 100% di essi è avviato al recupero di materia. Questo Sistema è caratterizzato dalla piena tracciabilità di ogni operazione e consente al Comitato di monitorare il regolare svolgimento del processo di gestione degli PFU. Il Sistema realizzato costituisce un modello Win - Win in cui tutti i soggetti che ne fanno parte o si relazionano con esso ne traggono benefici, con il conseguente prodursi di notevoli vantaggi ambientali ed economico- sociali. La sostenibilità del Sistema deriva anche dalla scelta del Comitato di destinare in misura totale gli PFU ritirati presso gli autodemolitori al recupero di materia, per cui, oltre alla riduzione dei rifiuti connessa anche alla presenza di discariche abusive, si dà agli PFU una destinazione meno inquinante di quella del, pure possibile, recupero energetico. Ne scaturiscono, pertanto, oltre ad una diminuzione delle immissioni inquinanti, un’ottimizzazione dell’uso delle risorse naturali con la rei immissione nel sistema produttivo di materie prime seconde. Il Sistema, inoltre, è fortemente inclusivo, in quanto, oltre ad assicurare la gratuità del ritiro degli PFU presso tutti gli autodemolitori, genera sviluppo economico ed un più alto tasso di occupazione, sia nelle filiere che gestiscono gli PFU fino all’avvio a recupero di materia, sia nei mercati di sbocco del granulato e del polverino di gomma. L’intelligenza del Sistema sta in una forte componente tecnologica ed organizzativa, capace di connettere migliaia di operatori, e nella collaborazione ed integrazione di numerosi organismi pubblici e privati. |
Benefici ambientali | I benefici del Sistema a favore dell’ambiente sono diretta conseguenza della scelta di avviare al recupero di materia il 100% degli PFU raccolti. Abbandonando l’utilizzo degli PFU come combustibile per cementifici o per la termovalorizzazione, si è intrapreso un percorso più sostenibile a livello ambientale, che comporta anche il duplice vantaggio della produzione di materie prime seconde e una riduzione del mancato consumo di materie prime non rinnovabili. In base alle analisi condotte dalla Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile si è stimato che, recuperando la gomma, l’acciaio e le fibre tessili contenuti negli PFU si ottiene una riduzione di gas serra pari a circa 2kg di CO2 equivalenti per ogni kg di PFU. Per cui, dall’avvio del Sistema nel 2013, l’avvio a recupero di materia degli PFU ha consentito di evitare l’emissione in atmosfera delle seguenti quantità di CO2: anno 2013 gestite 16.709 t. di PFU per - 33.500 t. di CO2 anno 2014 gestite 19.453 t. di PFU per - 39.000 t. di CO2 anno 2015 gestite 22.468 t. di PFU per – 45.000 t. di CO2 anno 2016 gestite 24.844 t. per -49.800 t. di CO2 per un totale, fino a fine 2016, di – 167.300 t. di CO2, equivalenti paragonabile alle emissioni di anidride carbonica di oltre 34.000 cittadini italiani. La scelta del recupero di materia, oltre a costituire un contributo al conseguimento, da parte dell’Italia, agli obiettivi fissati dall’Unione Europea, consente di produrre materie prime seconde e di ridurre il consumo di materie prime non rinnovabili. Il sistema informatico traccia la produzione delle materie prime seconde che escono dalle aziende di trattamento. Dalle verifiche risulta che principale componente riciclato dagli PFU è la gomma, pari a circa il 70% del peso, mentre il 20% è rappresentato da matalli ferrosi, principalmente acciaio, e il restante 10% da fibre tessili. Il processo di recupero parte da una prima frammentazione e separazione dei diversi materiali, a cui seguono ulteriori triturazioni della gomma in impianti di trattamento dedicati. Da tale operazione sono ottenuti frammenti di gomma di diverse granulometrie, adatti al riutilizzo in diversi impieghi. Il granulato più grande può essere utilizzato in sottofondi stradali mentre quello più piccolo può essere aggregato per la creazione di pavimentazioni sportive, pannelli fonoassorbenti, arredo urbano e decine di altri usi. Infine, il polverino – con diametro molto piccolo – può essere mescolato ad asfalti e cementi per migliorarne le proprietà meccaniche e fonoassorbenti, con conseguente riduzione anche dell’inquinamento acustico. L’acciaio e gli altri materiali ferrosi possono essere fusi per la produzione di nuovo acciaio, mentre le fibre tessili possono essere riciclate presso maceri specializzati. Ulteriore beneficio è quello della riduzione della dispersione incontrollata dei rifiuti nell’ambiente. Infatti, antecedentemente alla realizzazione del Sistema che ha preso avvio dal D.M. 82/2011, risultava molto frequente il fenomeno, in netta diminuzione, dell’abbandono degli pneumatici in discariche abusive o anche su strada, e la possibile conseguenza di incendi, con la produzione di immissioni nocive per l’ambiente, e, talvolta, di incidenti automobilistici. Per avere una idea dei quantitativi di pneumatici potenzialmente sottratti a destinazioni illegali, inquinanti o diversamente pericolose, basti pensare che circa 162 tonnellate di pneumatici occupano la superficie di un campo di calcio e che, di conseguenza, le 167.300 tonnellate di pneumatici gestite fino a fine 2016 avrebbero occupato una superficie pari a quasi 1.033 campi di calcio regolamentari. |
Altri benefici ambientali | Minor consumo materie prime |
Valutazione | Il Sistema di gestione degli PFU è stato costruito ex novo e, per questo, si sottrae, in qualche modo, a confronti con modelli precedenti, mentre evidenzia la sua originalità rispetto alle altre realtà europee per due ragioni. La prima è che si tratta di una delle poche realtà nazionali nelle quali si è costituito un Sistema ad hoc per gli PFU da veicoli fuori uso, laddove in molti paesi le organizzazioni preposte alla gestione di questa categoria di rifiuto si occupano allo stesso tempo sia di pneumatici provenienti dal mercato del ricambio sia di quelli da veicoli a fine vita o, in molti casi, fanno rientrare tale gestione in quella più ampia relativa agli End of Life Vehicles. La seconda è che il Comitato per la gestione degli PFU è l’unico soggetto in Europa a essere espressione rappresentativa di tutti gli stakeholder a vario titolo coinvolti nella gestione del fine vita degli pneumatici. Tanto premesso, risulta evidente che gli impatti positivi del Sistema sono valutabili in termini anche diversi ed ulteriori rispetto a quelli strettamente ambientali, individuati in termini di riduzione di emissioni inquinanti, efficienza nell’uso delle risorse e diminuzione del consumo di materie prime. Sul piano sociale, economico e produttivo, in linea generale, il Sistema, proprio perché si connota per una forte componente partecipativa di tutti gli stakeholder del settore, vede rappresentate e soddisfatte le diverse istanze che si presentano nella filiera del riciclo. Infatti, i produttori di veicoli hanno la possibilità di incrementare, in conformità con le direttive dell’Unione Europea, i target di riuso e riciclo dei veicoli fuori uso; gli autodemolitori hanno accesso ad un servizio totalmente gratuito; gli operatori economici del riciclo possono contare su flussi stabili di materiali e possono, quindi, puntare su innovazione e sviluppo dei mercati delle materie prime seconde; i consumatori hanno visto scendere sensibilmente negli anni il contributo ambientale da versare al momento dell’acquisto di un veicolo nuovo e, inoltre, hanno la possibilità di vedere tracciato tutto il processo di finalizzazione del contributo versato alla gestione degli pneumatici smontati da veicoli a fine vita. Su un piano più specifico e di dettaglio, il Comitato, sia tenendo conto delle informazioni provenienti dai produttori ed importatori di pneumatici e dagli operatori economici del riciclo nella determinazione del corrispettivo del servizio di gestione degli PFU, sia consentendo l’adesione al servizio di tutti gli operatori economici che, oltre ad avere specifici requisiti, accettino il corrispettivo annualmente determinato, garantisce, da un lato, il rispetto della determinazione del prezzo sulla base dei principi della libera concorrenza e della partecipazione, e dall’altro esclude posizioni di esclusiva, assicurando, con la operatività di più imprese sullo stesso territorio, la capillarità del servizio ed una sana concorrenza tra le imprese basata sulla efficienza e qualità del servizio. Inoltre, con la capillarità del servizio sul territorio, è favorito anche un principio di prossimità territoriale, con la gestione ed il recupero del rifiuto in uno degli impianti idonei più vicini al luogo di generazione/raccolta dello stesso, con il duplice vantaggio di ridurne i movimenti ed i costi di trasporto e di utilizzare i metodi e le tecnologie più idonei a garantire un alto grado di protezione dell'ambiente e della salute pubblica. Il Sistema presenta una forte componente di innovazione tecnologica, in quanto, grazie ad una consolidata infrastruttura informatica ed a specifici software gestionali e applicativi web, tutte le fasi del macro-processo - dalla riscossione al versamento nel Fondo del contributo, alle richieste del servizio di ritiro da parte degli autodemolitori, alle attività di raccolta e gestione degli PFU fino all’avvio a recupero di materia - sono gestiti, tracciati e rendicontati in tempo reale. |